Accordi confidenziali e farmaci fuori dalla portata per milioni di persone. Un’inchiesta che svela il sistema segreto di accordi con ogni Stato per il prezzo dei farmaci, puntando un riflettore su un mondo di accordi oscuri e l’accesso non equo nei vari Paesi europei.
IT
I batteri multiresistenti uccidono decine di migliaia di persone in Europa perché gli antibiotici non funzionano. Svilupparne di nuovi non è redditizio, quindi non viene fatto. Di fronte al terzo pericolo più grande per la salute pubblica in Europa, l’UE propone di dare miliardi di euro in sussidi per cercare di indurre l’industria farmaceutica a fare qualcosa.
D’istinto, sentendo il rumore del missile, si è svegliato. L’ha visto irrompere dal soffitto ed esplodere di fronte a lui quasi al rallentatore, poi tutto è diventato nero. È una tarda serata di giugno 2022 e da ormai due giorni, Roman Golub e la sua unità militare ucraina sono impegnati in un combattimento agguerrito con le forze russe vicino a Popasna, nel Lugansk. Per riposarsi qualche minuto, Roman è andato giù nello scantinato di una casa abbandonata che i soldati usano come rifugio, ha srotolato il suo materassino e ha chiuso gli occhi. I soldati che lo hanno ritrovato dopo l’attacco hanno stimato un 10% di probabilità di sopravvivere. Le ferite erano estere, gli hanno messo dei lacci emostatici per fermare il sanguinamento. Roman è stato evacuato al più vicino punto di ritrovo qualche chilometro dietro la linea del fronte e poche ore dopo è stato trasportato in un ospedale vicino a Dnipro, dove sono iniziate le operazioni per salvargli la vita. Per assicurarsi che non morisse per un’infezione, i dottori gli hanno dato degli antibiotici, in gran quantità. “Non provavo dolore, solo ansia e nient’altro, in ospedale il dolore veniva per primo. Non pensavo alla morte quando è successo. Pensavo solo a perché non potessi più muovermi”, dice Roman.
Roman Golub si è arruolato nell’esercito ucraino nel 2014. Nell’estate del 2022 è stato ferito gravemente nei combattimenti nell’Ucraina dell’est. Private photo
La guerra lede le persone nei modi più orribili e allo stesso tempo le condizioni igieniche sono terribili e i servizi sanitari spesso sono al collasso. In tali condizioni, le ferite si infettano in fretta. La Seconda Guerra Mondiale ha accelerato lo sviluppo degli antibiotici: scoperti per la prima volta nel 1928, hanno enormemente cambiato il mondo in senso positivo. Le persone hanno iniziato a vivere più a lungo e in condizioni di salute migliori, la produzione agricola è aumentata perché è diventato possibile tenere sotto controllo le infezioni del bestiame. Ma l’aumento dell’uso di antibiotici nei decenni successivi ha portato a un altro grosso problema: la resistenza. I batteri mutano e trovano modi per proteggersi contro gli antibiotici, motivo per cui la ricerca di nuovi tipi di antibiotici è cruciale per stare al passo con infezioni sempre più complesse e pericolose. I ricercatori, però, dicono che non sono vengono introdotti sul mercato nuovi tipi di antibiotici da almeno 30 anni. Già oggi muoiono 35.000 persone in Europa ogni anno per infezioni che gli antibiotici non possono curare e se non verrà fatto nulla per aumentare radicalmente lo sviluppo di nuovi antibiotici, secondo l’OMS entro il 2050 nel mondo potrebbero morire ogni anno 10 milioni di persone a causa di batteri multi-resistenti.
35.000 persone muoiono ogni anno in Europa per infezioni che gli antibiotici non riescono a curare.Shutterstock
Ma la strada per produrre nuovi antibiotici è lunga, complicata e, soprattutto, costosa. La stessa industria farmaceutica stima che ogni nuovo antibiotico per il mercato europeo potrebbe costare tra un miliardo e un miliardo e mezzo di euro. I nuovi antibiotici dovrebbero essere usati di rado e solo per cicli di trattamento brevi. Questo fatto rende gli antibiotici di scarso interesse economico per le compagnie farmaceutiche, che guadagnano ben di più vendendo farmaci per le malattie rare e con trattamenti innovativi contro il cancro. È in iniziata la battaglia per decidere chi tirerà fuori i soldi per scongiurare una gigantesca crisi della salute pubblica. Aumentano i timori per la resistenza agli antibiotici (antimicrobial resistance – AMR) e i conflitti armati sono un elemento che fa aumentare di molto il rischio, come si è visto in Iraq e Afghanistan a inizio secolo. Negli ospedali del Nordeuropa e nell’Europa occidentale sono aumentati i casi di batteri multiresistenti (sono zone in cui prima ce n’erano meno rispetto al resto del continente grazie alle campagne per ridurre l’uso di antibiotici) e la causa è la guerra in Ucraina. Roman fa parte del primo gruppo di soldati evacuati dall’Ucraina attraverso il sistema europeo Medevac. Quando è arrivato a nell’Ospedale dell’Università di Oslo in Norvegia nell’ottobre del 2022, il personale medico e infermieristico, preoccupato per la possibilità dei batteri che avrebbe potuto portare con sé, lo ha accolto in tute protettive contro le infezioni. Sembravano degli astronauti, avrebbe ricordato più tardi.
Oleksandra Strelska, infermiera ucraina all'Oslo University Hospital.
L'ospedale ha curato soldati ucraini con ferite infettate da batteri multi-resistenti.
Disegni e cartoline nel reparto dove sono curati molti combattenti ucraini.
Roman fa parte del primo gruppo di soldati evacuati dall'Ucraina tramite il sistema UE Medevac. Tutte le foto sono di: Michael Miller
“Per alcuni [pazienti] è brutto rendersi conto che ci dobbiamo proteggere da loro e che non c’è più lo stesso contatto umano”, dice Oleksandra Strelska, un’infermiera ucraina dell’ospedale di Oslo che fa anche da interprete per i pazienti che arrivano dal suo Paese d’origine. “Molti dicono di vergognarsi per aver portato dei batteri dall’Ucraina. Sono molto grati per l’aiuto che ricevono, alcuni ci comprano del cioccolato… ma non possiamo accettarlo perché andrebbe contro il controllo dell’infezione”. Dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, l’OMS ha documentato più di 1800 attacchi a istituzioni sanitari, incluse le ambulanze. I Paesi europei hanno unito le forze per accogliere i pazienti e aiutare il sistema sanitario ucraino dilaniato dalla guerra. Uno studio svolto da ricercatori svedesi dell’Università di Lund nel 2022 su campioni di batteri provenienti da ospedali ucraini ha dimostrato che il 6% su 156 campioni erano resistenti a tutti gli antimicrobici testati. Ricercatori nei Paesi Bassi e in Germania sono arrivati a risultati simili indagando su pazienti ucraini presenti negli ospedali dei due Stati. Uno studio dimostra che, dal 2014 al 2020, le ferite di guerra in Ucraina hanno avuto un più alto numero di casi di batteri multiresistenti rispetto a ospedali civili ucraini e di altri Paesi europei.
“Nonostante gli sforzi compiuti a livello globale e regionale, permangono notevoli lacune nella comprensione dell'entità, della distribuzione e dell'andamento delle infezioni resistenti ai farmaci a livello nazionale e globale.”
— Organizzazione mondiale della sanità
Nell’ultimo resoconto di novembre 2023, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Centre for Disease Prevention and Control –ECDC) ha riportato che ancora non si conosce l’impatto della guerra in Ucraina sui batteri multiresistenti ma che “sono stati trovati organismi multiresistenti in pazienti recentemente ricoverati in Ucraina” in molti Paesi UE/EEA. Da ormai dieci anni gli esperti avvisano che l’utilizzo eccessivo e la mancanza di ricerca per la produzione di nuove classi di antibiotici porteranno inevitabilmente a una crisi della salute pubblica. In pochissimo tempo, infezioni che oggi sono innocue potrebbero diventare fatali. “Nonostante gli sforzi compiuti a livello globale e regionale, permangono notevoli lacune nella comprensione dell'entità, della distribuzione e dell'andamento delle infezioni resistenti ai farmaci a livello nazionale e globale” scrive l’OMS nel rapporto 2022 sulla resistenza antimicrobica.
Creare un antibiotico può costare centinaia di milioni di euro prima ancora di arrivare in farmacia. E quando ci arriva, la cosa migliore è che ci rimanga perché se si usano troppi antibiotici aumenta la probabilità che diventino inefficaci nel tempo. Di conseguenza la produzione di antibiotici non è attraente dal punto di vista finanziario per le aziende farmaceutiche. “Un nuovo ed eccellente antibiotico… potrebbe portare a un profitto di un miliardo e mezzo di euro nel suo intero ciclo di vita di oltre dieci anni. Sembra tanto, ma in realtà non lo è”, dice Enrico Baraldi, un professore di econonomia all’Università di Uppsala in Svezia. “Quando hai già fatto anni di ricerca e arrivi ai test clinici hai già speso fino a 50 milioni di euro. A quel punto devi spendere altri 300 milioni in test clinic e altri costi successivi all’approvazione, sapendo che la probabilità di fallire è del 60 o 70%”. “Le grandi aziende hanno in larga parte abbandonato il mercato degli antibiotici”, dice Christine Årdal, ricercatrice dell’Istituto per la salute pubblica norvegese. “Ci sono solo tre grosse compagnie che hanno degli antibiotici in fase di sviluppo clinico”.
Sviluppare nuovi antibiotici può costare centinaia di milioni di euro prima che vengano messi in vendita.Shutterstock
Nel 2016, oltre 100 aziende e organizzazioni hanno firmato la Dichiarazione di Davos al Forum economico mondiale per “ridurre lo sviluppo della resistenza antimicrobica”, investire in nuova ricerca e migliorare l’accesso agli antibiotici. Novartis, il gigante farmaceutico svizzero, ha firmato il documento. Nel 2018, però, l’azienda ha chiuso il proprio centro di ricerca per la resistenza antibiotica negli Stati Uniti. Al tempo Novartis aveva dichiarato che “il modello commerciale per gli antinfettivi è in grave difficoltà”, chiedendosi se “le grandi aziende farmaceutiche possano favorire in maniera sostenibile” gli investimenti in tal campo. Novartis ha detto a Investigate Europe che l’azienda sostiene diverse iniziative volte a ridurre l’antibiotico resistenza a livello globale. L’industria farmaceutica sta dando il suo supporto a una proposta della Commissione europea per tentare, con profitti miliardari, le compagnie a sviluppare nuovi antibiotici. Tale proposta ora si trova di fronte a un’opposizione.
In particolare, gli esperti mettono in guardia sulla proposta dei voucher, che consentirebbe alle compagnie di estendere il monopolio sui farmaci di maggior successo se in cambio sviluppano nuovi antibiotici.
“Non ci si può aspettare che delle aziende commerciali sviluppino medicine che poi però non possono vendere in grandi quantità. Serve un modo diverso per finanziare lo sviluppo di nuovi farmaci antibiotici.”
— Ellen ‘t Hoen
Un sistema del genere sarebbe molto costoso per il Paesi europei, costringerebbe gli Stati a pagare per antibiotici per chi non hanno l’accesso garantito. Inoltre, rallenterebbe l’accesso ai medicinali generici o ai farmaci biosimili, sostiene Årdal, aggiungendo che è urgente mettere in atto dei nuovi metodi di finanziamento. Una possibile soluzione, secondo Årdal, potrebbe essere un sistema per gli Stati di abbonamento agli antibiotici. La proposta sta facendo il suo corso nel sistema legislativo UE, con i rappresentanti eletti al Parlamento che vorrebbero ridurre le possibilità che ha Big Pharma di estendere i monopoli sui farmaci innovativi. “Queste sono spese che ricadranno sui bilanci sanitari già sovraccarichi”, dice Tilly Metz, europarlamentare dei Verdi del Lussemburgo. Secondo alcuni questa situazione è un fallimento del mercato. Ma così è esattamente come il mercato funziona, dice Ellen ‘t Hoen, esperta dell’industria farmaceutica. “Non ci si può aspettare che delle aziende commerciali sviluppino medicine che poi però non possono vendere in grandi quantità. Serve un modo diverso per finanziare lo sviluppo di nuovi farmaci antibiotici”.
Frederic Peyrane è l’amministratore delegato di Beam Alliance, un’associazione di piccole e medie imprese in Europa nel campo della resistenza antimicrobica (antimicrobial resistance – AMR). Non importa in che modo ma ci devono essere abbastanza soldi in gioco, la sola proposta dei voucher della Commissione UE non sarà sufficiente, dice Peyrane. Il settore farmaceutico stesso ha la responsabilità di attirare investimenti, ammette Peyrane. “Non dobbiamo sovrastimare la voglia che hanno gli investitori di capire i meccanismi che ci sono dietro lo sviluppo di nuovi antibiotici. Dobbiamo trovare il modo di spiegarlo alle persone che non vogliono spenderci troppo tempo e che paragonano lo sviluppo di antibiotici a quello di nuovi farmaci per il cancro”, dice Peyrane. La proposta del sistema dei voucher è “ingiusto per i consumatori, perché ritarderebbe l’accesso a medicinali generici più economici per curare altre malattie, e sarebbe un costo enorme per i sistemi sanitari pubblici”, dice Ancel·la Santos dell’Organizzazione europea dei consumatori.
Roman e la moglie Lena a Oslo. Foto di: Michael Miller
Roman a una manifestazione contro la guerra nella capitale della Norvegia. Foto di: Michael MillerCredit: Michael Miller
I medici norvegesi che hanno curato Roman sono testimoni diretti ti questa necessità di innovazione. Il corpo del soldato ucraino portava batteri raramente visti dal personale ospedaliero e la soluzione è stata di risalire ad antibiotici degli anni ’60 e ’70, medicinali che hanno effetti collaterali talmente gravi che oggi i dottori cercano di non usarli. “Abbiamo dovuto ordinare antibiotici mai usati prima di allora in Norvegia e che non solo sono molto costosi ma sono anche estremamente difficili da ottenere”, dice Kristian Tonby, un consulente senior del Dipartimento di malattie infettive dell’Ospedale universitario di Oslo. Roman ora è stato dimesso e cammina con le proprie gambe. Un miracolo, secondo sua moglie Lena, viste le ferite che aveva. Ora Roman passa le proprie giornate nella capitale norvegese facendo riabilitazione e partecipando a manifestazioni contro la guerra. Appena i medici glielo permetteranno, Roman tornerà in Ucraina, dove vuole utilizzare la propria esperienza per addestrare altri soldati. Non si arrenderanno alla Russia, ma nella battaglia contro i batteri antibiotico-resistenti sono inermi.